Una lettura "allargata" degli schemi Ponzi

Una lettura

Recentemente, in un video sul web, mi sono sorpreso a guardare un formatore finanziario "difendere" gli schemi Ponzi come legittimi metodi per arricchirsi. La sua linea di pensiero - per nulla condivisibile da una persona di buon senso - andava in questo modo: se tu sei furbo e sei in grado di entrare presto, nelle fasi inziali di uno sviluppo di uno schema Ponzi, sei in grado di accumulare grandi rendimenti prima che l'intera baracca collassi. Pensiamo al caso di Madoff, chi è riuscito ad investire negli anni '80 e ha magari, anche solo per un colpo di fortuna, disinvestito 20 anni dopo, si è trovato un ritorno medio del 10% annuale con poca o nulla volatilità, non male per la propria pensione.

Ovviamente non si può sentire che investire in uno schema che capiamo essere criminoso possa avere dei vantaggi, perchè il tutto è dominato da variabili che non riusciamo a controllare in nessun modo e quindi il crollo può capitare in qualsiasi momento e, qualora ci fossimo prestati anche a diffondere il sistema stesso, la perdita dei soldi investiti in esso potrebbe non essere la cosa maggiore che andiamo a lasciare sul piatto (vedi, finire in gattabuia).

Il ragionamento "distorto" di cui sopra ci ha però portato ad un altro tipo di riflessione, di questo tipo: quanti sono alla fine, nel mondo degli investimenti "legittimi" le classi di investimento che al pari dei Ponzi schemes dipendono unicamente dai flussi di denaro che la gente decide di destinare a quella specifica asset class? Vi soprenderà vedere che non sono poche le situazioni dove il "valore" della cosa in cui avete investito dipende sopratutto dalla disponibilità di qualcuno a portarvela via dalle mani in cmabio di "denaro fresco".

Tutto ciò che non produce un proprio reddito, ogni bene "speculativo", è di fatto un asset il cui valore dipende strettamente ed unicamente dalla liquidità "nuova" che il mercato attrae

Gli esempi di beni in cui la gente ultimamente ha investito cifre significative, che dipendono principalmente dall'ammontare di liquidità in circolazione non sono pochi, cerchiamo di farne un rapido elenco, almeno di quelli che ci sembrano i maggiori:

- opere d'arte (di ogni ordine e grado)

- i beni "collezionabili" (quelli che gli inglesi chiamano i "collectibles")

- criptovalute

- NFTs

Sul web troviamo decine di "esperti" che consigliano di investire in orologi, visti come bene rifugio per il loro forte apprezzamento negli ultimi anni, pensiamo sopratutto a brand come Rolex e Patek Philippe che oggi quotano a forte premio rispetto al nuovo: un daytona nuovo rivenduto sul mercato secondario può tranquillamente valere il triplo o quadruplo di quello che uno va a spendere in negozio, ma dove per esso deve aspettare 2-3 anni per la consegna. L'arte, sopratutto contemporanea, è diventata poi oggi il gioco preferito dei super ricchi globali, che arrivano a strapparsi le opere delle star dell'ultimo secolo, come Basquiat, Wharol e Picasso a colpi di centinaia di milioni di dollari, cifre impensabili anche solo una ventina di anni fa.

Gli NFT sono da noi visti come un nuovo tipo di arte, quindi li vediamo come delle opere d'arte che vivono unicamente della loro scarsità percepita, almeno per oggi, come loro "valore". 

Sulle criptovalute abbiamo già scritto vari post, non rendono e non servono a nulla, come ci insegna il buon Warren Buffett, il loro "valore" si basa solo sulla loro scarsità "costruita" in maniera top down e sul fatto che si ritiene che un domani ci sia uno più fesso di te che vorrà pagarti la posizione che hai acquistato una cifra maggiore di quella che hai pagato tu.

Bene, tutti gli asset elencati qui sopra possono benissimo essere beni che vengono scambiati in mercati assolutamente legittimi e dove non c'e' alcuna volontà precostituita di "frodare" un contraente ma il loro valore dipenderà comunque dalla liqudità che lo specifico mercato sarà in grado di attrarre a sè.

UN'opera di Picasso pagata 100 MLN di EUR oggi, il cui flusso di reddito (pensiamo a prestiti a musei o simili) è del tutto irrilevante rispetto alle cifre di cui trattatsi, un domani potrà benissimo valere 150 MLN di EUR se l'artista sarà ancora "caldo" ma potrà benissimo valere anche solo 10 MLN di EUR se non lo sarà più. La rischiosità insita nell'acquistare un bene che non produce un reddito che possa "chiamare" un operatore sterno al mercato stesso per potersi aggiudicare il flusso da questo generato pone l'investitore di fronte al rischio di trovarsi un domani con un pugno di mosche.

Pensiamo ai mobili antichi, ricordo che 30-40 anni fa erano richiestissimi, i miei genitori compravano a spron battuto in mercatini ad hoc o nelle televendite organizzate online, tutti i piccoli e medio borghesi andavano a comprarsi la loro credenza del'700 o mobiletto del '600. Che fine hanno fatto tutti questi mobili, oggetti di arredo per cui si sono investiti nel complesso somme enormi? Bene l'unica cosa che posso dire è che quando vendo una casa arredata con essi la prima richiesta che il compratore fa, rispetto all'apertura da parte dei venditori di includere l'arredo nell'affare è di liberarsene immediatamente, nessuno li può più vendere, "manco gratis" è la loro valutazione corrente. Nessuno è stato "fregato", il mercato ai tempi era quello, ma il fatto di aver investito delle cifre non irivevanti in un bene che non produce reddito e che dipende unicamente dalla liquidità "fresca" che si decide di puntare sul dato mercato crea un risultato finale non dissimile da quello di uno schema ponzi andato male, come tutti vanno a lungo andare.

 

La regola semplice da seguire è questa: mai investire in qualcosa che non produca un suo reddito

Se volete comprarvi un Rolex perchè vi piace fate pure, sono bellissimi ed è un piacere portarne uno al polso, ma non pensate di stare facendo un buon investimento comprandolo, perchè così come i prezzi potrebbero salire ancora negli anni futuri, nello stesso modo potrebbero scendere ... e anche di parecchio visto dove si è giunti con le loro valutazioni attuali.

In passato abbiamo dedicato un post confrontando l'investimento in diamanti con uno in real estate, beh la differenza dopo 30 anni, in termini di valore tra i due investimenti, è di 100 volte, sì proprio con due zeri.

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