Potremmo iniziare con lunghe discussioni filosofiche , andando a riprendere ad esempio la definzione di incertezza data da Knight ormai un secolo fa, ma preferiamo partire invece con un esempio concreto intellegibile a tutti: il lancio di un dado.
Lanciando un dado abbiamo di fronte 6 possibili "stati del mondo", ovvero 6 possibili scenari futuri che si possono verificare, sei e solo sei. Possono uscire le facce del dado che vanno dall'1 al 6 e nient'altro almeno per quello che riguarda l'aleatorietà relativa al lancio del dado stesso.
Noi non conosciamo con certezza quale numero uscirà, ma sappiamocon cetrezza quali sono i numeri che possono uscire e grazie allo studio delle probabilità, disciplina matematica che nasce ormai 400 anni fa, proprio legata ai giochi di carte e di dadi, possiamo fare considerazioni non banali su come comportarci "in maniera ottimale" in un ambiente che si caratterizzato da questo tipo di "rischio".
Il concetto di rischio ha proprio a che fare con questo tipo di situazioni, eventi in cui si ha conoscenza completa ee esaustiva di quali siano gli stati del mondo possibili futuri e ad essi si possa associare, in base a criteri statistici o derivanti dalla struttura del problema stesso, dei "pesi" ovvero delle probabilità che non sono altro che numeri, che debbono avere una coerenza tra di loro, che ci consentono di "maneggiare" una situazione di questo tipo in cui non vi è una sola storia possibile del mondo e quindi non c'è uno sviluppo "certo"
Quando ci viene detto che una situazione presenta molti rischi, nell'ottica che abbiamo appena mostrato, non ci dobbiamo più di tanto preoccupare (a meno che alcuni stati del mondo futuri prevedano la nostra morte, vedi la probabilità che un aereo su cui decidiamo di volare cada) perchè la situazione presuppone la possibilità di prendere delle decisioni avendo degli strumenti che ci consentano di calcolarne e gestirne le conseguenze (ad esempio di assicuro sulla vita prima di prendere il volo di cui sopra).
Passiamo invece al concetto di incertezza, molto più subdolo e sottile, sempre prendendo l'esempio del dado di cui sopra, siamo di fronte ad un assassionio spietato e una volta lanciato il dado a sei facce, lo stesso deciderà che azione compiere su di noi, che siamo in quel momento legati davanti a lui. Io so che ogni numero ha un sesto di probabilità di uscire ma questo tipo di conoscenza mi aiuta poco a poter prevedere che tipo di conseguenze avrà l'uscita del numero sul mio benessere. L'incetrezza è proprio questo: non avere l'informazione sufficiente per poter disegnare in maniera esaustiva i possibili stati del mondo che ci si prospettano di fronte ad una situazione che stiamo vivendo.
Nel mondo degli investimenti ti vendono tutto come rischio ma in realtà è molto più l'incertezza
Quando lancio un nuovo prodotto su un mercato, la cosa può andare bene, e quindi portare ad alti fattturati e allo sviluppo di un nuovo business per la mia impresa o andare male, quindi non ricevre un feedback positivo dal pubblico e vedere abortire l'iniziativa in poco tempo. Quindi ingenuamene potremmo dire che siamo di fronte ad una situazione "rischiosa" dove la probabilità di successo ha, diciamo, il 30% di probabilità e quella di insuccesso ha il 70%. MA in realtà quello che ci si pone di fronte è una situazione caratterizzata da grande incertezza: possono accadere cose che non riesco ad immaginarmi nemmeno. Può infatti accadere che per colpa di questo pordoto nuovo che immetto sul mercato muoiano delle persone e che la pessima pubblicità che segue a questi eventi vada a danneggiare in maniera significativa il mio business esistente fino anche a portarlo al fallimento.
Pensiamo al rischio reputazionale, se apro una società srl per fare un investimento, per legge il mio "rischio" economico è limitato alle somme investite nell'iniziativa, ma nulla esclude che a fronte di gravi danni provocati dal progetto in essere io, come investitore, possa subire ben maggiori danni nel fatto di non avere più accesso a determinati finanziatori, aperture di credito o anche solo possibilità di operare in determinati tipi di paese. Le decisioni economiche rilevanti, che non siano quindi banali del tipo compro l'azione x e vedo se domani è salita o scesa, sono soggette ad una incertezza più o meno importante.
Il vero risk manager è quindi non tanto un esperto nel calcolo delle probabilità per addivenire a misure di rischio aggregato come possono essere il Value at Risk o le analisi di scenario di stress basate su precedenti storici, ma è l'analista in grado di immaginare i possibili scenari risultanti da un'azione andando a prepararsi per poter reagire in maniera ottimale nel caso in cui questi si verifichino.
Non abbassiamoci mai a confondere il rischio e quindi la possibilità di calcolare l'aleatorietà di una situazione aleatoria con l'incetrezza, situazione molto più vicina a quelle che ci si presentano di continuo nella realtà, in cui i numeri per "pesare" le probabilità si possono usare a patto però di comprendere che la fonte di pericolosità per noi e per il nostro capitale è molto più subdolo di un risultato avverso ai dadi.
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