Sembra inutile dirlo ma ci sorprende che ancora qualcuno si fidi del consiglio in materia di investimenti della propria banca, con questo non vogliamo dire che tutti i bancari siano dei delinquenti, lungi da noi, ma asolo ffermare con forza che il fatto che un"consiglio" derivi da "fonte bancaria" non fornisce alcuna sicurezza sulla sua affidabilità o anche solo buon senso.
Per faro usiamo un semplice ed importante precedente: il grande raggiro, se truffa forse è termine troppo forte, dei dimanati per investimento.
Bancari, consulenti e giornalisti per anni hanno consigliato ad un'ingenua clientela retail (ma anche alcuni VIP come poi è emerso dai giornali) il mettere il 5% dei propri asset in diamanti, i preziosi, come il mattine, non deludono mai.
I diamanti, veri certamente, erano però venduti a prezzi "falsi" ovvero valutazioni gonfiate che erano sostenute solo dalla sicurezza affermata, ma non rpvabile, di essere liquidi, ovvero un domani immediatamente vendibili all'intermediario che li aveva procurati. Inutile ricordarvi come è andata a finire, galera per gli amministratori di tutte le società di trading di preziosi coinvolte e sputtamento colosale di buona parte del sistea bancario italiano che da questa macchinazione guadagnava ogni anno commissioni più che sostanziose.
Il fatto che un investimento vi sia proposto in banca non dice nulla sulla sua bontà, fidatevi delle persone che stimate e ancora di più nel vostro giudizio di buon senso che vi preghiamo di educare sempre più, almeno in temi finanziari, prechè da queste scelte deriva il benessere futuro vostro e della vostra famiglia.
Sui diamanti poi concedeteci un aneddoto, che vi mostra ch sono una fregatura anche quando sono veri e non comprati a prezzi gonfiati.
Diamanti ad una nipote, case all'altra
Negli anni '70 un ricco zio vende una villa importante sul Lago Maggiore, e lascia metà della cifra ricavata ad una nipote e l'altra metà all'altra.
Vuole però che entrambe le somme siano investite,sarebbe poi morto all'inizio degli anni '2000, e decide, quasi a voler fare un esperimento di asset allocation di lungo periodo, di comprare 4 diamati da un carato alla prima nipote, lasciandoli in cassetta di sicurezza e 3 appartamenti bilocali alla seconda in un quanrtiere all'epoca poco amato del centro di Milano, il quartiere di Brera.
Provate ad immaginare come è andata a finire, all'inizio degli anni '2000 il vecchio zio muore e le due eredi ricevono quello che era stato destinato loro in eredità: la prima 4 diamati da un carato per un valore che all'epoca era vicino ai 50k EUR, la seconda tre bilocali nel quatiere di Brera che ai tempi avevano un valore vicino a 1,3 MLN di EUR.
Le pietre preziose sono da indossare, se le amate e vi piacciono, non sono asset da investimento, nel lungo periodo non vi forniscono nessun tipo di reddito o protezione da alcunchè. Quando siete lì lì per acquistarne una, pensate al nostro aneddato e alla sproporzione di valore tra i due asset dopo 30 e più anni di permanenza in portafoglio!
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