Elogio dello STOP-LOSS

Elogio dello STOP-LOSS

Un'immagine su tutte mi viene in mente per raffigurare questa filosofia di vita del "non mollare mai" finchè non si raggiunge il proprio obiettivo, la vignetta del cercatore di oro che decide di mollare ad una picconata di distanza da un filone milionario del minerale prezioso. Ha lavorato anni, ha scavato decine di metri nella roccia e poi decide proprio di smettere ad una picconata di distanza, che idiota, sarebbe bastato non mollare mai e l'oro che avrebbe trovato alla prossima picconata lo avrebbe ripagato con gli interessi di tutti i sacrifici fatti ... ma se non l'avesse trovato? Quanto tempo e quanti soldi sarebbe stato "giusto" investire ancora nella ricerca di oro?

Il mondo dei formatori del web, che spesso chiamo per la loro superficialità e furfateria "fuffaguru" è unanime nel consigliare di "non mollare mai", che un quitter è un loser, uno che molla nella vita, che si da per vinto non può che rivelarsi un "perdente" uno che finirà per non combinare nulla. Bene, non potremmo dissentire maggiormente da questo modo di vedere le cose e speriamo di riuscire in un semplice post a spiegarlo, anche se siamo certi che il tema della pratca dello "stop-loss" nel lavoro e nella vita meriti ben altro approfondimento.

Prima di tutto: ci troviamo ad operare in un mondo "incerto", dove anche l'aleatorietà, il caso, gioca la sua parte

La convinzione di "avere ragione" cozza con il fatto che anche se uno potesse dimostrare matematicamente di avere ragione, siamo in un mondo dove l'incertezza gioca un ruolo fondamentale, dove non è detto che il migliore abbia la meglio su chi lo sfida, dove la tecnologia migliore soccombe rispetto ad una di minore potenza per il semplice fatto che la seconda era maggiormente diffusa all'inizio e quel vantaggio non riesce più ad essere colmato. Può anche capitare che a fronte di una execution perfetta ci si trovi di fronte ad un vero e proprio evento inatteso, una calamità naturale, il covid, etcc, per cui l'intero piano operativo che uno aveva in mente va a farsi benedire e quindi risulta fallimentare un'impresa che aveva tutte le carte in regola per avere successo.

Nel proselitismo che i fuffaguru portano avanti a favore della filosofia del "never quit" vengono portati ad esempio personaggi come ELon Musk ed altri, persone di indubbio successo, gli uomini più ricchi del pianeta ma, come ben sappiamo dall'analisi delle performance sui mercati finanziari, il survivorship bias è sempre in atto. Se io mi concentro sui proprietari di ristoranti della mia città che hanno avuto successo, tutti mi diranno che ce la hanno messa tutta, che hanno impegnato la casa pur di avere i finanziamenti dalle banche e che oggi sono contenti di fatturare 5000 EUR al giorno ed essere ormai dei punti cardinali della ristorazione nel loro specifico quartiere. Il problema di questo approccio è che nonva a chiedere come si trovano gli n-mila ristoratori che ci hanno provato nello stesso modo, che hanno fatto progettare il locale dall'architetto di grido che ha chiesto loro un rene in pagamento, che hanno preso la merce migliore, hanno assunto un superchef giapponese per il sushi ... e sono andati a gambe all'aria. Azienda fallita, abitazione di proprietà persa, debiti rimasti con le banche che impediscono loro anche solo di avere una carta di credito. Eppure non si sono mai dati per vinti, secondo la filosofia dei fuffaguru del web dovrebbero godersela con la loro Ferrari a spasso per il centro mentre le loro aziende macinano soldi, cosa è andato storto?

E' andato storto che la presenza di rischio ed incertezza dell'agone economico e sopratutto il fatto di essere limitati da risorse finite (prima o poi il ristorante deve fare utili perchè non riuscirai a trovare l'n-esimo pollo investitore disposto a finanziarti) fanno sì che se anche tu non ti dai per vinto, prima o poi qualcuno ti obbligherà a farlo. Il tuo socio, il tuo finanziatore, i tuoi collaboratori, la banca che ti ha concesso un fido, prima o poi ti verrà chiesto conto della mancanza dei risultati promessi all'inizio.

Analoga situazione si ha nelle faccende di vita pivata, nei rapporti di coppia, di amicizia, progetti extraeconomici: uno ce la può anche "mettere tutta" ma non è comunque detto che l'obiettivo che uno di è preposto possa essere raggiunto. 

Tempo e risultati sono due fattori da monitorare sempre, mai sottovalutarli

Quando si prende una posizione speculativa, mettiamo che si decina di comprare un milione di EUR di azioni della società X, lo si fa perchè si ha mente uno scenario, che si giudica probabile, in cui dal trade si posa guadagnare, mettiamo, il 30% a seguito di notizie positive che ci si aspetta provenire dall'azienda in questione nei mesi a venire. La posizione dei fuffaguru su questo tipo di operazione è che si tiene aperta la posizione ad libitum fino a che la valorizzazione della posizione non segna +30% rispetto al prezzo di carico, il problema è che nel mentre la valorizzazione di borsa della posizione oscilla e può farlo anche in maniera violenta ed il tempo passa, tempo che per chi ha capitali è un costo opportunità perchè il milione di EUR investito poteva rendere un guadagno risk-free se fosse stato messo in altri asset.

Quando uno entra in una posizione di trading, a meno che non si chiami Warren Buffett, ma solo lui, deve darsi quindi due paramtri da rispetttare in maniera religiosa: il tempo da concedere alla posizione per far sì che maturi il guadagno obiettivo che uno si è prefissato, e la perdita massima in fatto di valorizzazione di borsa che uno è disposto a tollerare prima di decidere che forse la view con cui la posizione stessa è stata presa in carico era errata, o comunque non sposata dal mercato (il che, tranne che per Warren Buffett, è lo stesso).

Trasportiamoci nel caso del ristorante citato sopra, asset di elezioni per nuovi ricchi come calciatori e manager del mondo della finanza (almeno qui a Milano). Quando decido di aprirlo mi devo dare un investimento massimo da sopportare prima che il ristorante cominci a "ripagarsi da sè" e produrre poi gli utili sperati, e anche un tempo massimo in cui questo debba accadere. Il parametro tempo è fondamentale perchè un ristanrante che non perde più soldi ma si imita a "vivacchiare" è comunque un'attività che ci richiede tempo e, se mancante di gratificazione economica, prima o poi ci porterà sicuramente grane che finiranno per costarci dei soldi.

Sarà capitato anche a voi di conoscere delle persone pentite per "non aver smesso prima"

Lavoro da più di 20 anni, ho conoscito moltissimi imprenditori e manager nella mia carriera, mai nessuno si è lamentato dell'aver mollato troppo presto un'attività che poi si è rivelata una miniera d'oro, ma dall'altra pate ho avuto modo di conoscere decine di persone che si sono rovinate nel vero senso della parola per essere rimaste troppo "su un trade". Ho in mente vari eredi di piccole aziende familiari poi fallite dopo aver prosciugato anche i capitali finanziari ricevuti in eredità per seguire il dovere morale di "continuare l'azienda di famiglia", senza rendersi conto che non è solo una scelta personale ma che la stessa deve essere avvalorata dal mercato in cui l'azienda opera. RIcordo di un ragazzo che si è buttato nelle macchinette di distribuzione automatica investendo milioni di euro: a fronte del mio continuo monito di darsi dei parametri di stop loss, lui ribatteva che il business doveva "scalare", andando quindi ad acquisire sempre nuove location (ospedali, stazione ferroviarie etc..) Ho conosciuto famiglie che hanno investito milioni in asset immobiliari "speculativi" non aspettando che gli stessi cominciassero a dare i propri frutti, andando sempre al raddoppio, approfittando dei prezzi ancora bassi per poi vedere finire tutto all'asta anni dopo.

Mai come oggi, se la vostra idea o progetto funziona, il mercato non tarda a darvi ragione, i tempi sono velocissimi, avere un'impostazione mentale sbagliata in questo tipo di faccende come quella del "mai abbandonare" promossa dai fuffaguru della fomazione e della motivazione sul web vi pone però in una prospettiva perdente e molto pericolosa che non rischia solo di farvi perdere soldi sulla cosa specifica ma rischia di mettere a repentaglio la vostra intera vita, personale e di relazioni in generale. 

Stop-loss, mai più vivere senza

Imparate a fissarvi sempre dei parametri di tempo e di perdita massima (andando eventualmente a valorizzare il tempo che dedicate ad una data attività o progetto) prima di imbarcarvi in qualsiasi nuovo progetto, il vero vincente non la persona che "non molla mai" ma la persona che sa quando mollare in maniera ottimale. Fallire è nomrale, l'importante è non rimetterci la camicia o quella dei propri investitori, altrimenti poi non ti fano più giocare e allora sì che sei un perdente sul serio.

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