Dell'inutilità del property finding a MIlano

Dell'inutilità del property finding a MIlano

Come spesso accade più si parla di una "opporrtunità professionale", più la si dipenge come una fonte di libertà finanziarie e di soddisfazione personale e più è probabile che da quella attività non solo non si diventi ricchi ma aspesso si fatichi anche solo "tirare a campare".

Negli ultimi anni più persone nostre conoscenti, donne, dai 35 ai 50 anni, ci hanno chiesto cosa pensavamo della professione di property finder, del mettersi a cercare case per compratori di abitazioni, magari di pregio, fornedo loro consulenza aprendo una semplice partita iva. 

Sulla carta la professione ha senso: famiglie benestanti di cui magari si è già amici, o comunque con cui si condividono delle conoscenze che ci presentano, cercano una nuova soluzione abitativa. Si sà che "i ricchi" sono sempre indaffarati e quindi ci si propone come persone che facciano loro da filtro delle diverse opzioni che il mercato presenta dando anche una consulenza rispetto alla short list che si va a creare basandosi sulla propria esperienza in campo immobiliari e magari anche una conoscenza tecnica del settore. Altro caso è quello di un manager che cerca un pied a terre in una città come Milano, ha soldi pronti sul conto, non deve aprire nessun finanziamento, crca un qualcosa di carino in cui vivere per il periodo che si tratterrà in città e che possa poi un domani essere messo in locazione nel momento in cui non gli serverà più per uso personale. Si fa per lui uno screening di quello che offre il mercato, si dedicano un paio di settiamane alle visite degli appartamenti maggiormente "papabili" e gli si presenta poi un report in cui si shortlistano 4-5 soluzioni che è meglio che lui veda personalmente per la decisione definitiva.

Tutto molto bello e utile, ma chi paga questo servizio?

All'estero, usiamo il caso degli Stati Uniti dove questa professione è più affermata, il consulente dell'acquirente - o chiamaiamolo pure property finder - è persona molto corteggiata dagli agenti immobiliari, gli stessi invitano questi professionisti ai loro open house e fanno di tutto per "conquistarsi" la loro attenzione per le nuove soluzioni di pregio che acquisiscono da porre in vendita. Le provvigioni di agenzia che un venditore paga sono intorno al 5-6% ed è usuale che se due agenti contribuiscono alla chiusura di un'operazione tale ammontare sia diviso in due. 

Se mi trovo a New York e lì ho un buon network di clienti italiani, e di immobiliare ne capisco già un po', fare il property finder è un'opzione di certo interesse che potrebbe anche comportare grandi guadagni.

Cosa succede in Italia, perchè la cosa non gira, se non sulla carta e nei libri e corsi di formazione che qualcuno cerca di propinarvi?

La diciamo in breve: le agenzia in Italia non collaborano, sia che in maniera oscena pubblicizzino i loro servizi a "zero provvigioni" per i venditori, sia che accettino incarichi al 1-1,5% non sono nella condizione di remunerare alcunchè al professionista che porta un cliente compratore del bene. Il cliente compratore, che di fatto non sceglie l'agenzia del venditore ma scegli l'immobile che gli piace e di cui ha necessità, si trova a pagare l'intero servizio: il 3% che va apagare, se non di più, giustifica tutto il setup di mercato. 

Sfido una property finder, anche bravissima, ad andare a farsi remunerare per il tempo e la professionalità dimostrata quando al proprio cliente l'agenzia che "ha il mandato" di vendita ha già chiesto il 3 o 4% sull'affare cocluso, se pensiamo ad una casa da 1 MLN di EUR, stiamo parlando di 40,000 EUR !!!

Abbiamo quindi chiarito quale sia il primo problema di questa professione nel nostro paese: difficilmente si ottiene una buona remunerazione per il proprio tempo-lavoro, al massimo ci si riesce a farsi pagare una cifra fissa (1500-2000 EUR) indipendente dal valore del bene acquistato.

Ma veniamo anche ad un secondo problema: mentre se compro casa a New York dall'Italia, non conoscendo il mercato io "mi metto nelle mani" del professionista property finder che scelgo, perchè sarà lui a "educarmi" e guidare in qualche modo le mie scelte, in Italia comprano casa in un posto essenzialmente clienti locali. Persone che sono cresciuto in una località, hanno frequentato scuole, conoscono persone etc etc, non sentono il bisogno di farsi consigliare da un estraneo e anche quando lo fanno per mancanza oggettiva di tempo per cercare casa, dato magari il poco tempo libero a disposizione, non sono altro che degli incaricati del proprio cliente per visite che lui decide di fare senza alcuna possibilità vera di aiutare lo stesso a decidere, anche per questo alla fine il cliente non potrà che pagare un compenso modesto per un servizio di cui non sente realmente di avere necessità.

Fare il property finder per limmobili residenziali da 50-250mq in città è un non lavoro, a meno di non avere idee particolari non si va molto lontano e l'esperienza ci insegna che dopo pochi anno si passa dall'altra parte della barricata, divenendo agenti immobiliari tout court e quindi potendo gestire la transazione lato venditore, rifacendosi a livello provvigionale sul compratore interessato al bene che gli si propone.

Vogliamo però chiudere con uno spin positivo il post e lo facciamo dicendo dove vediamo grandi possibilitò per questo tipo di professione, sottolineando però che non la consideriamo comunque un lavoro con cui mantenere una famiglia, quindi con entrate regolari, ma come un'attività che può avere un'opzionalità notevole su alcuni mercati.

Bisogna seguire e "produrre clientela" su mercati illquidi in cui i singoli agenti non abbiano il portalino generalista a la Immobiliare.it che procuri loro contatti di vendita: se curo solo ville a Capri ed Ischia da 10 MLN di EUR in su, la clientela per questo genere di beni è prima di tutto internazionale e per arrivare alla stessa non ci sono vie stabilite che uno possa acquisire con 100 EUR di abbonamento mensile ad un portale. Quando ci avviciniamo ad un'agenzia, magari straniera, che ha il mandato di vendita, la stessa sarà felicissima di spartire il monte provvigionale con noi perchè altrimenti il monte stesso rimane solo sulla carta e il mandato rischi di terminare essendo solo costato alla società come fotografie e setup ma non avendo portato nessun incasso. Quindi ville di grande pregio, località poco apprezzate, tipologie abitative difficilissime (pensiamo ad una eseprta di castelli) oppure un misto di real estate e private equity come puo' essere quello di diventare esperti di case vinicole. In tutti questi ambiti vediamo notevoli possibilità per una pesona, anche sola e senza struttura nel creare e chiudere business a livelli alti, ma sull'appartamentino ... beh meglio trovarsi un lavoro vero...

Come sempre, siam aperti a confrontarci con voi, scriveteci a: info@immobiliedinvestimenti.com

 

  

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