Questo post che nasce dalla rabbia e dalla delusione di essere stati "fregati" da' il via potenzialmente ad una serie di post dedicati ai lavori di ristrutturazione, a come meglio impostare un intervento di rinfrescamento o di ristrutturazione più profonda di una casa, sopratutto con la finalità di locarla al meglio. Particolare enfasi verrà posta su come scegliere i professionisti a cui affidarsi nel momento in cui si è deciso cosa fare.
Introduciamo il discorso partendo dalla cronistoria di quello che ci è successo, e successivamente cerchiamo di spiegare cosa abbiamo sbagliato e come fare per non farvi ripetere il nostro errore.
Alla fine dello scorso anno abbiamo acquistato un ufficio in centro Milano, dopo anni passati a girare da un coworking all'altro, abbiamo ritenuto fosse arrivato il momento di prendere una sede stabile in un bel palazzo d'epoca in posizione centrale anche solo per non stare ogni 18-24 mesi a cambiare tutti i biglietti da visita delle varie agenzie immobiliari che controlliamo.
L'immobile che avevamo di fronte era intonso da almeno 45 anni, tutto era da rifare, ma la cosa più importante di tutte era dare un nuovo pavimento all'immobile stesso. Era presente una moquette degli anni '70 appoggiata su un pavimento di cemento armato che forse agli inizi degli anni '70 del secolo scorso aveva sostituito l'originale parquet d'epoca. Siamo sempre stati attratti dai pavimenti "continui" in resina, ed in particolare da quelli con un look cementizio, di colore grigio chiaro, un tipo di "Look" che apprezziamo sempre sfogliando le riviste di arredamento e design. Pur avendo fatto, come detto sopra, tantissime ristrutturazioni in carriera, non avevamo mai avuto rapporti con artigiani che si occupassero di questo - in termine tecncio "microcemento" - ci siamo quindi posti - come avrebbero fatto tutti - davanti al web, approfondendo l'argomento leggendo dei blog, guardando dei video su youtube, e scaricando un po' di materiale di società che producono questo tipo di material per l'edilizia. La finalità era quella di trovare, su Milano, qualcuno che ci apparisse un interlocutore credibile.
L'improvvida scoperta del microtopping
Dopo una settimana di email e chiamate a varie società produttrici di materiali e artigiani basati a Milano, arriviamo ad una "short list" di 3 candidati, che inviatiamo a visitare l'immobile e da cui ci facciamo fare un preventivo:
- studio di architettura con cui abbiamo lavorato in passato, che si appoggia su artigiani esperti, che ci convince in toto come professionalità ma che ci fa un prezzo di 150 EUR al metro quadro, sottolinenado che il lavoro è complicato. I due soci ci esprimono la necessità, pur trattandosi di un immobile di tipo ufficio, e non di industriale, che richiede robustezza maggiore, di molti strati di materiale da posare, e della opportunità anche di porre tra i vari stati un film impermebaibile
- artigiano straniero, di origine rumena, che si occupa solo di questo, esperto quindi di microcemento, pur senza un prodotto specifico di riferimento o che distribuisca in esclusiva. Si presenta con fare un po' burbero e per nulla "da venditore", ci anticipa che è abituato a lavorare su metrature più grandi di un 100mq, come il nostro ufficio, ci sottolinea come il pavimento nudo in cemento che avevamo trovato sotto la moquette all'atto dell'acquisto sia comunque da irrobustire con una retina, la resina deve durare anni ci dice e quindi, malgrado sembri buono il sottofondo ad una prima occhiata, va comunque trattato a dovere. Prezzo propostoci 70 EUR al metro quadro.
- Primo Compagnoni, titolate della Maxalto SAS, distributore esclusivo per Milano del famigerato prodotto Microtopping, marchio registrato della Idealwork SRL - perdonateci la precisione ma questo nuovo filone di post ha proprio l'obiettivo di fare pubblicità a chi lavora bene quindi nomi e cognomi sono fondamentali :-) Il buon Compagnoni ci conquista con modi affabili, molto spigliato e a suo agio ci accoglie in quella che riteniamo essere casa sua in cui il soggiorno è stato tramutato in una specie di showroom. Lì tocchiamo con mano, sulla parete, il prodotto posato, bellissimo, omogeneo, quasi vellutato, perfetto un domani anche per andarci sopra a piedi nudi nel caso uno voglia farci una residenza nell'immobile. Per lui, a differenza degli altri operatori sentiti, è tutto facile. Per la preparazione del sottofondo basta un po' di resina ipossidica, altro che retina di acciaio o altro, tutto inutile "c'e' già un buon cemento". Vanta come propri clienti la Fondazione Prada ... non vorrete mica dubitare di uno che ha fatto la pavimentazione del centro culturale più "in" del momento, ci vedevamo già a fine anno alla festa di Natale con Miuccia Prada tra i clienti del Microtopping. Il prezzo che ci fa è di 70 EUR al metro quadro, metri quadri che calcola a spanne anche senza planimetria, che bravo diciamo, si fida del calcolo che abbiamo fatto noi ad occhio dalla planimetria catastale!
Cadiamo a pesce a favore della proposta economica del microtopping, consegniamo l'immobile libero da tutto, con tutti i locali privi di mobilio o altro, il primo Gennaio ed il nostro Compagnoni si presenta, lui personalmente, non con aiutanti o sottoposti, ma lui personalmente a fare il lavoro il giorno 2 Gennaio. Lavora alacremente anche il giorno dell'Epifania, che gran stakanovista pensiamo, gli avevamo manifestato la necessità di entrare per la fine del mese nell'immobile di cui avevamo già locato dei locali a professionisti nostri amici. Visito personalmente il cantiere almeno ogni due giorni, il lavoro sembra andare avanti a ritmi serrati, sul cantiere c'e' sempre il buon Compagnoni da solo che a questo punto mi fa capire di essere un "one man show", ovvero sia venditore che installatore, cosa strana se ha tanti clienti e clienti grossi da seguire. Addebito la cosa al fatto di essere nelle prime settimane dell'anno, magari i ragazzi di cui si serv sono tornati a casa all'estero e quindi e' "costretto" lui a fare tutto. Il lavoro finito ci viene consegnato una decina di giorni più tardi.
Facciamo notare, visto che la pecunia è quello che fa bruciare di più le inculate quando vengono subite, che al buon Compagnoni vengono dati il 40% dei soldi pattuiti ad inizio lavoro, e nel corso dello stesso un altro 40% ...
L'immobile ci viene riconsegnato con una passatoia di carta che copre il corridoio, ai bordi della stessa è visibile il fatto che il corridoio stesso è di colore molto più scuro delle singole camere e del salotto, Compagnoni ci rassicura dicendoci che deve solo "asciugare", noi come dei fessi ci crediamo e aspettiamo. la motivazione che ci viene data è che "non era contento" del corridoio e ci voleva dare un lavoro fatto "ad opera d'arte", ancora ... ma che bravo!
Aspettama a' sorrata, direbbero in altri luoghi d'Italia ... i giorni passano ma il pavimento si asciuga si' ma rimane di un colore marcatamente diverso dalle altre stanze, un color fango contrapposto al gricio perla presente nei vari locali e su cui ci eravamo accordati nel famoso show room.
Impresari daltonici, enorme problema da avere presente
Non ci saremmo mai aspettati di dover affrontare nel corso della nostra vita professionale l'annoso problema degli impresari daltonici, ovvero persone - e lo vedete bene nella foto di copertina del post ed in quelle che fanno parte della galleria - che non sono in grado di distinguere i colori e che giurano sui propri figli che i due colori della foto di copertina del post sono esattamente identici.
Passati 10 giorni dalla consegna, di fronte ad un colore ormai asciutto che non accennava a diventare come quello che ci aspettavamo, chiamaiamo ad un sopralluogo il buon Compagnoni, Maxalato, Italian Branch di una società che sarebbe meglio non avesse manco la casa made, e lo stesso - in presenza di altro artigiano che sta nel mentre resinando il bagno in maniera tradizionale, ci conferma che i colori sono uguali e che la differenza è adducibile solo ad un sofisticato processo chimico come fosse antani, forse con scappellamento a destra. Uscito il Compagnoni, il pittore che si stava occupando del bagno, esce e ci dice: "dotto', ma voi che avete fatto l'università ve le bevete proprio tutte 'ste cazzate?!" e scoppia in una fragorosa risata.
Provate a pensare al fatto che chiunque adesso venga nel nostro ufficio ci chiede il motivo della scelta bicolore della pavimentazione, beh, ottima pubblicità per la MAxalto Italian Branch e per il famigerato microtopping, ma il post vuole che tale fama si allarghi ... il gladiatore diceva che le azioni che si compiono in vita echeggiano nell'eternità, beh noi siamo più modestamente del parere che le cazzate fatte sul lavoro debbano essere conosciute ex ante da chi potrebbe darti un lavoro un domani, giusto per stare più attento ovviamnte.
E non stiamo solo parlando di colore, il lavoro è un disastro nel suo complesso
Vabbè abbiamo beccato un resinatore daltonico, vorrai mica crocifiggerlo per questo, poi il color fango misto cemento gricio chiaro sta bene secondo Topolino Arredamento del 1986, putroppo nel corso delle settimane successive alla consegna - incredibile pensare che il pavimento ha solo 2 mesi di vita - le magagne che vengono fuori toccano molti altri fattori.
Primo: nel montare una libreria ikea, di tipo Kallax, che adesso fa bella mostra nel mio uffciio privato, cade una mensola al pavimento, mensola di compensato da 10 grammi, che sarà mai direte voi? Bene, basta questo impatto per fare un buco nel microcemento ... ma mi chiedo anche in Fondazione Prada succede?
Secondo: due-tre giorni dopo la consegna del lavoro da parte di Compagnoni iniziano i lavori di imbiancatura dell'immobile, io mi raccomando di trattare il pavimento alla stregua della scara sindone, e gli operai mi obbediscono ricoprendo tutto il pavimento di teli, teli tenuti ferma dal classico scotch di CARTA, usato dagli imbianchini. Cosa fa questo sootch? Scava dei solchi nel microcemento, potentissimo e che sulla carta doveva durare anni, quasi a creare dei canali da cui si vede direttamente il sottofondo alla base del materiale di copertura.Tutto la sala riunione e' oggi a strisce, questo fenomeno non si ha invece nel corridoio dove anche toccando con mano sembrano siano state date un paio di mani di prodotto in più.
Terzo: in tutto l'appartamento, sempre con l'eccezione del corridoio dove di difetto basta già il colore completamente cannato, compaiono delle orrende striature nere, chiaro segno del fatto che sia stato posato poco materiale - così almeno ci dicono gli eseprti chiamati dopo il fattaccio.
Quarto: il pavimento è tutto un saliscendi, la bolla mostra come non sia stato preparato il sottofondo con un materiale autolivellante come invece avrebbe fatto qualsiasi muratore. Questo ci pone non solo nella necessità di dover intervenre per il colore sbagliato in corridoio ma non ci consente di semplicemente "andare sopra" a ciò che è stato fatto, il pavimento è tutto da rifare. Ingenuamente credevamo che la livellazione del pavimento fosse parte del lavoro di uno che deve resinare il pavimento stesso, ci viene risposta da Compagnoni, managing director ed executive vice president della Maxalto International, quantomeno per la sua sede italiana (Italian Branch) che nessuno ce lo aveva mai detto. Lui si è limitato a "seguire" il pavimento per come lo stesso era sotto ... ma che diavolo vuole dire, gli ha dato una "Pitturata" di resina ipossidica?!? In una delle stanze il pavimento e' talmente in pendenza che, come in alcuni bar all'aprto, bisogna mettere i pezzettini di cartone piegati sotto le scrivanie ... no comment.
Perchè non limitarci a fare causa e chiedere ad un giudice di pronunciarsi sulla questione
Rimasti senza parole per il lavoro osceno presentatoci, abbiamo dato mandato al nostro legale di chiedere conto alla Maxalto, nella persona del suo Chairman e member of the board Primo Compagnoni, che ci ha risposto, sempre tramite avvocato - nel suo caso daltonico come lui - che il lavoro è fatto a regola d'arte. Chiamato quindi un esperto per una perizia da utilizzare in un - eventuale - giudizio civile, lo stesso ci dice che il lavoro è fatto con i piedi ma che essendo un lavoro di tipo "artigianale" dove non ci si è limitati ad applicare un prodotto finito ma si è lavorato sullo stesso, i giudici chiamati a dirimere queste questioni danno sempre ragione all'artigiano, bastando per suo conto il semplice impegno di fare i colori uguali e le cose per bene.
Detto in breve: se ti dico di mettermi le piastrelle rosse sul terrazzo e tu me ne metti metà rosse e metà gialle, il giudice ti dice di rifarle o ti fa pagare un rissarcimento al favore del committente, ma se invece di piastrelle si parla di resina, allora il giudice da ragione all'installatore anche di fronte a colori totalmente diversi.
Abbiamo anche interpellato Idealwork SRL, proprietaria del mirabolante brevetto del microtopping, la stessa ci ha semplicemente risposto che nonrisponde dle lavoro dei propri installatori. Un po' come se voi compraste un Iphone in un negozio Apple, vi accorgete che non fa le foto perchè privo di telecamera e la Apple stessa vi dicesse di rifarvi al commesso che ve lo ha venduto ... quando il grosso del convincimento per l'acquisto lo ha fatto la pubblicità ed il nome Apple e non tanto la persona con cui avete a vuto a ch fare. Ecco perchè sconsigliamo di rivolgersi a questa azienda e a questo prodotto per applicazioni microcemetizie.
Prevenire è meglio che curare ... quanta verità
Proprio questo tipo di situazione giurisprudenziale fa sì che il modo migliore di risolvere queste cose sia il non trovarcisi.
Cosa abbiamo sbagliato? Qui ci limitiamo ad una veloce riflessione ma analisi più profonde seguiranno in prossimi post sul tema:
- fidarsi del "brav'uomo": Vittorio Sgarbi, parafrasando Benedetto Croce, dice spesso che il "politico onesto è il politico capace", verissimo, la stessa cosa vale nel mondo del lavoro. L'onesta sta nel portare a termine il lavoro che si è detto al cliente che sarebbe stato fatto, e farlo bene, al meglio delle proprie possibilità. Si promette un qualcosa al cliente solo nel momento in cui si è certi di poterla portare a termine, mai e poi mai si mente o si danno false aspettative lasciando poi il malcapitato in una situazione peggiore di quella in cui lo stesso si trovava prima di averci conosciuto. Mai scambiare un modo affabile di comprtarsi ed una generica "disponibilità" con una solida professionalità, che è l'unica cosa che deve interessarci nel momento in cui trattiamo con un professionista
- il brand "finto" e vuoto: i depliant che ci vengono consegnati di questo famigerato microtopping, detto anche macrosola a Roma, valgono meno di zero. La società che ci sta dietro non garantisce l'operato dei propri installatori quindi è tutto illusione che non deve più di tanto influenzare la nostra decisione sulla direzione da intraprnedere su un determinato lavoro
- rispettare il lavoro manuale ma non troppo, e quantomeno essere molto parchi in sede di pagamenti quando si da un lavoro ad un'impresa per la prima volta. Se ci fossimo limitati al 40% iniziale avremmo forse fatto passare in cavalleria la cosa, il 40% pagato dopo e il 20% che da fattura emessa dalla Maxalto i signori hanno ancora il diritto ipotetico di richiederci ci portano al vecchio detto "articolo quinto, chi ha i soldi ha vinto". Dovevamo con il senno di poi aspettare l'asciugatura della famosa resina che mai avrebbe cambiato colore e a quel punto l'impresa che aveva fatto male il lavoro avrebbe avuto tutto l'incentivo di mettere a posto le cose e sarebbe sparita lo stesso ma con meno soldi "in saccoccia"
- l'importanza delle referenze: nella nostra attività di locazion di immobili residenziali, ci facciamo vanto di avere sempre cura di chiedere le referenzedei conduttori prima di assegnare loro un nuovo immobile in locazione, è fondamentale conoscere il passato di una persona con cui iniziamo un nuovo rapporto di lavoro od economico in generale, perchè il passato è sempre una ottima proxy di come questa persona si comporterà in futuro con noi. Non dovevamo accontentarci di una visita di una mezz'oretta in uno showroom sfigato ma avremmo dovuto farci portare in un cantiere finito per appurare la qualità dello stesso a fine lavori magari facendo anche due chiacchere con il committente coinvolto.
Chiudiamo il già troppo lungo post con il nostro credo: la buona pubblicità e' l'anima del commercio, quella cattiva aiuta altri a non ripetere errori compiuti da chi li ha preceduti.
Giusto dare grande visibilità, tramite social, il nsotro blog dedicato agli immobili, e siti dedicati alla ristrutturazione a persone senza competenze che millantano di saper fare lavori e mestieri che di fatto non conoscono (il buon Compagnoni fino a qualche mese prima si promuoveva su Youtube come export manager a Londra ... il buon Di Pietro domanderebbe "ma che c'azzecca?!?")
Se anche voi avete subito dei danni da parte di impresari o artigiani - per ora ci limitiamo al solo comune di Milano - e avete piacere di far conoscere questi personaggi, ovviamente documentando i lavori fatti nella massima trasparenza, fatecelo sapere scrivendoci a info@housingmilan.com
Potrebbe diventare un format interessante e simpatico ma sopratutto, e lo dico seriamente, facciamo in modo che questi personaggi non possano più fare danni impunemente a casa di gente che ha fatto solo l'errore di fidarsi di loro
info@immobiliedinvestimenti.com
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