Negli ultimi anni il fenomeno degli affitti brevi (Airbnb, Booking e simili) ha attirato l’attenzione di molti proprietari convinti di poter ottenere rendimenti molto più alti rispetto a un affitto tradizionale.
La realtà, però, è diversa: nella maggior parte dei casi il vero guadagno finisce in tasca agli intermediari, mentre al proprietario rimangono rischi, costi e imprevisti.
Ecco i 5 motivi principali per cui l’affitto breve non è mai la scelta ottimale.
1. Commissioni altissime agli intermediari
La gestione professionale di un affitto breve richiede agenzie specializzate che applicano commissioni tra il 25% e il 40% dei ricavi lordi.
Di fatto, qualsiasi sovrarendimento rispetto a un affitto classico viene assorbito dall’intermediario, lasciando al proprietario un margine simile – o addirittura inferiore – a quello di una locazione standard.
2. Occupazione discontinua
Un appartamento non è mai affittato al 100% del tempo: ci sono periodi morti, stagionalità, cancellazioni last minute.
Il risultato è un reddito molto variabile, che rende impossibile pianificare entrate stabili, soprattutto se l’immobile è la principale fonte di rendimento per il proprietario.
3. Costi di manutenzione e arredo più alti
Un affitto breve richiede che l’appartamento sia sempre perfetto: biancheria, pulizie frequenti, piccoli interventi di manutenzione.
A lungo andare, il turnover elevato usura l’immobile molto più rapidamente e obbliga a reinvestire continuamente in arredi e riparazioni.
4. Rischio normativo e fiscale
Gli affitti brevi sono sotto crescente attenzione da parte di Comuni e Governo: regole più rigide, limiti alle notti affittabili, nuove imposte.
Chi sceglie questa strada rischia di cambiare modello di business da un giorno all’altro, senza alcuna garanzia.
5. Impegno e stress costante
Anche affidandosi a un intermediario, il proprietario deve comunque occuparsi di contratti, scadenze fiscali, verifiche catastali, adempimenti condominiali.
Con l’affitto breve ogni mese possono nascere problemi con ospiti, vicini, regolamenti di condominio.
Il risultato? Più preoccupazioni e meno tempo libero, a fronte di rendimenti che spesso non superano un affitto stabile.
Conclusione
L’affitto breve viene spesso presentato come un “El Dorado” immobiliare, ma nella realtà il sovrarendimento viene incassato quasi interamente dagli intermediari.
Per il proprietario, la scelta più saggia resta quella di un affitto medio-lungo periodo, che garantisce stabilità, meno rischi e la valorizzazione costante dell’immobile.
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